1932 – Il matematico de Finetti e la rivoluzione Hollerith in Generali
Il censimento degli Stati Uniti del 1890 era imminente. Con la crescita della popolazione, la classificazione delle persone avrebbe richiesto molto più tempo, e ciò destava grande preoccupazione. La costituzione americana, infatti, prevede che il numero dei membri della Camera dei rappresentanti sia proporzionale a quello degli abitanti di ogni Stato, e su tale rappresentanza è basata anche l’imposizione fiscale, secondo il motto “no taxation without representation”, nessuna tassa senza rappresentanza. Per il funzionamento dello Stato, era dunque prioritario individuare il sistema più rapido per ordinare e conteggiare i dati raccolti, affinché le informazioni avessero ancora validità al momento della loro pubblicazione. La soluzione fu offerta da uno dei collaboratori dell’Ufficio del Censimento, l’ingegner Herman Hollerith. Quest’ultimo annunciò che il processo sarebbe stato meccanizzato. I cittadini sarebbero stati registrati come buchi perforati in una scheda. Le macchine per la “tabulazione” di Hollerith avrebbero quindi ordinato e contato le carte ad alta velocità.
Dopo aver brevettato la sua invenzione, Hollerith fondò la Tabulating Machine Company, poi International Business Machines Corporation, ovvero IBM, dal 1924. L’azienda sopravvisse alla Grande Depressione e divenne la maggiore produttrice di macchine per ufficio in tutto il mondo. Dal 1927 ebbe una filiale in Italia. All’inizio degli anni Trenta anche Generali si interessò concretamente al sistema Hollerith per automatizzare e velocizzare l’evidenza aggiornata dei portafogli dei vari settori assicurativi (rami).
Generali utilizzava per il portafoglio vita il sistema delle schede mobili, che consentiva di eliminare dall’evidenza le schede non più valide e di raggruppare o ordinare le schede in vigore a seconda delle esigenze d’ufficio, ma cercava una soluzione per rendere più preciso e veloce il calcolo delle riserve di copertura. Dopo un’attenta valutazione del sistema Hollerith, ne riconobbe le ampie possibilità e lo adottò.
Il ramo vita introdusse le macchine nel corso degli anni Trenta, avvalendosi della guida del condirettore di ramo Gino Tolentino e dei suoi collaboratori, Antonio Sereni e Vittorio Longo. Lo studio per le applicazioni statistiche fu completato da un grandissimo matematico e scienziato, Bruno de Finetti, che fu dipendente e consulente della Compagnia per moltissimi anni, anche durante l’insegnamento universitario. Nel 1932 fu così istituito presso la ragioneria della Direzione centrale di Trieste il primo ufficio Hollerith, dotato di tabulatrici e selezionatrici elettriche. Da allora, il ticchettio degli elaboratori si diffuse negli uffici della Compagnia. Una singola scheda perforata (un rettangolo di cartoncino speciale, dielettrico, ritagliato con grande precisione) rappresentava una polizza e conteneva dati per i raggruppamenti di bilancio e valori ausiliari per il calcolo della riserva. La meccanizzazione elettrocontabile risparmiava tempo ed evitava errori di calcolo, e consentì l’affermazione di un nuovo standard per lo svolgimento del lavoro: una selezionatrice poteva elaborare fino a 24 mila schede all’ora, mentre con la tabulatrice si riuscivano a sommare e stampare i vari valori perforati con una velocità che poteva raggiungere anche le 9 mila schede all’ora. I dati di partenza e i risultati potevano inoltre essere rappresentati in qualunque disposizione grafica e logica.
Da sistema dedicato a questo ramo, il reparto Hollerith divenne poi un reparto autonomo, che accentrava l’elaborazione meccanica dei dati di tutti i rami e servizi della Direzione di Trieste.
Con l’adozione delle macchine tabulatrici, Generali diede prova ulteriore di stare al passo con i tempi, sempre più dinamici. Da questa tecnologia, decisamente all’avanguardia, derivarono non solo enormi vantaggi per lo svolgimento degli affari e la soddisfazione dei propri assicurati, ma anche benefici per tutto l’organismo amministrativo interno. Il reparto Hollerith estese e perfezionò costantemente i suoi lavori in accordo con gli uffici interessati, contribuendo alla coesione tra le persone all’interno della Direzione. I dirigenti risolsero difficili problemi di razionalizzazione e di amministrazione del proprio ramo o settore, mentre gli impiegati poterono essere dispensati dalla fatica di svolgere lavori ripetitivi di copiatura.
La cosiddetta meccanizzazione elettrocontabile non interessò solo il flusso di lavoro di Generali, ma tutti i lavori uniformi su grandi moli di dati, per i quali i vantaggi erano evidenti: bollette luce e gas, cartelle esattoriali, paghe e stipendi di grandi aziende ed enti pubblici, ma anche contabilità di magazzino, analisi dei costi industriali, statistiche ufficiali aziendali o dello Stato e via dicendo. Le schede perforate si diffusero rapidamente nel mondo, per scomparire intorno alla metà degli anni Ottanta del Novecento, con l’avvento dei computer, con i quali fu possibile inserire ed elaborare i dati direttamente attraverso la tastiera del calcolatore stesso e che posero fine all’uso del supporto cartaceo perforato come supporto per la memorizzazione dei dati.